Chiesa Madre Santa Maria di Loreto

Dettagli del luogo

Luogo di culto

Data:

15 Gennaio 2024

Descrizione

Storia

Ufficialmente le origini della Chiesa Madrice di Delia risalgono attorno al 1300.

Infatti tra le decime degli anni 1308-1310 versate alla diocesi agrigentina viene menzionate quelle di una chiesa che serviva il casale di Delia.

Questa chiesa era dedicata a San Nicola di Mira ed era officiata da un cappellano di rito ortodosso.

Il paese di Delia venne fondato dal barone Gaspare Lacchese nel 1597.

Nel 1608, nella visita pastorale del vescovo di Agrigento mons. Bonincontro troviamo la chiesa madre dedicata non più a San Nicola ma a Santa Maria di Loreto e viene inoltre documentata la presenza di alcuni sacerdoti e numerose confraternite.

Nel 1622 la chiesa madre fu elevata a Parrocchia e fu nominato primo arciprete-parroco Gerolamo Bianco Russo da Cammarata.

Da allora si sono succeduti 17 parroci-arcipreti alla guida della parrocchia e sono stati nel complesso guide spirituali sicure e punti di riferimento molto importanti sia per i bisogni materiali e sia anche per la crescita umana e culturale del popolo.

Dopo il terremoto che alla fine del 1600 colpì gran parte della Sicilia tutte le chiese di Delia seriamente danneggiate furono pian piano ricostruite nel secolo successivo.

La chiesa madre venne ricostruita quasi fin dalle fondamenta nel 1712 per assumere quella struttura che in parte ritroviamo oggi; nel 1795 con enormi sacrifici del popolo, che si impose una tassa volontaria sul pane (il panizzo), fu ampliata con il transetto e la cupola; nel 1813 venne istallato l’orologio nel campanile.

Don Calogero Franco rifece il pavimento fatiscente della chiesa nel 1939 e nel 1943 la completò con le due navate laterali.

La chiesa Madre presenta la facciata di stile neoclassico con portale e campanile di stile tardo barocco.

Il rosone centrale arricchito da una vetrata artistica raffigurante il logo del Giubileo 2000, riportato anche in un epitaffio posto all’entrata principale.

Oggi si presenta a tre navate a croce latina e sono da segnalare nel suo interno gli affreschi raffiguranti i quattro evangelisti nelle vele della cupola e quelli rappresentativi episodi della vita della Madonna nella volta a botte della navata centrale.

Si possono, inoltre, ammirare sei pregevoli altari di legno scolpito e dorato che rimasti in buono stato di conservazione, oggi, sapientemente restaurati, sono stati riportati al loro antico splendore.

Gli altari e l’urna del Cristo della “Scinneza” che risentono fortemente dell’influenza barocca, sono autentici gioielli d’arte e rappresentano la più genuina espressione della scultura del legno dell’ottocento siciliano, di quell’arte povera del legno delle maestranze artigiane locali ormai quasi completamente scomparsa dovunque ma che si può ancora ammirare nelle chiese della Madrice e di Sant’Antonio.

La statua più antica della chiesa è senza dubbio quella del Crocifisso.

Il primo documento che ne parla è del 1669.

Venne portato per quattro secoli nel venerdì santo per farvi la “scinnenza”.

La mano destra che benedice secondo il rito greco fa ritenere che sia antecedente al 1500 e probabilmente si trovava nell’antica chiesa di rito bizantino di San Nicola.

Degna di menzione è la cornice barocca scolpita in legno di noce nella quale si alternano tra volute e putti le tre virtù teologali e nella parte alta la “Concezione” che fa ritenere contenesse la tela raffigurante l’Immacolata.

La tradizione vuole che sia stata scolpita per volere della nobil donna Luisa De Luna e Vega Moncada da un frate gesuita nella Villa Cappellano il quale, secondo la tradizione, v’impiegò dieci anni.

Tra le statue sono da menzionare la Madonna delle Grazie del Bagnasco di stile settecentesco scolpita dal Bagnasco e finemente ritoccata dal Biancardi che scolpì nel 1900 per la chiesa madre il gruppo dell’Annunziata con l’Arcangelo Gabriele, la Madonna dei Peccatori del Genovese scolpita nel 1860, la statua di San Giuseppe venerata fin verso il 1860 nell’omonima chiesa poi distrutta.

Le altre statue presenti nella Madrice sono: l’Addolorata e San Giovanni evangelista posti lateralmente al Crocifisso, il Cuore di Gesù, San Giovanni Bosco, la Madonna Assunta, Santa Maria Goretti, Santa Rosalia, patrona di Delia, e lo splendido moderno tabernacolo di bronzo del Tesei.

Di pregevole fattura sono la tela di Santa Rosalia di Pietro d’Asaro da Racalmuto detto il Monocolo, quella delle Anime del Purgatorio e il quadro della Madonna del Lume del 1728.

La Madrice custodisce un prezioso reliquario di maestri argentieri siciliani con un resto sacro di Santa Rosalia portato a Delia dalla famiglia dei Lucchese suoi fondatori.

Orario SS. Messe – Feriale ore 18,00 – Festivo ore 11,30 ore 18,00 – Giovedì ore 8,30

Modalità di accesso

La struttura è accessibile ai disabili e l’ingresso è gratuito

Pagina aggiornata il 15/01/2024, 17:41